Intorno alle ore 19.00 della sera del Venerdì Santo, prima
dell’inizio della tradizionale “A’ Scinnenza”, cioè la discesa dalla
Croce del Cristo, accompagnata in processione dai fedeli, arriva al Calvario la “Sacra Urna” in vetro, dove sarà riposto il Cristo, quando sarà schiodato e sceso dalla Croce.
Questa fastosa urna, tutta illuminata e decorata in colore oro, è risalente al 1890.
Questa fastosa urna, tutta illuminata e decorata in colore oro, è risalente al 1890.
Ha quindi inizio la sacra rappresentazione de “La salita al Calvario”, che dal 1965 precede quella de “A’ Scinnenza”.
Il testo de “A’ Scinnenza” è
dell’avvocato sancataldese Francesco Medico, rievoca la crocifissione,
morte e discesa dalla croce di Gesù Cristo, e si rappresenta sin dal
1860.
“A’ Scinnenza” è da considerasi,
certamente, uno dei momenti più antichi della tradizione sancataldese.
Tradizione così sentita, che la Città ha provveduto a costruire una
piazza ed una struttura solo per questa occasione, ossia l’attuale Calvario, oggi arricchito da un esclusivo e monumentale complesso artistico di maioliche,
rappresentanti la “Via Lucis” e la “Via Crucis” di Gesù; opere di artisti
italiani e provenienti dalle Città italiane più famose per la
lavorazione della ceramica.
Grazie anche al grande ed incommensurabile aiuto del concittadino sancataldese Bernardino Giuliana, che ne fu regista dal 1961, e dai costumi forniti dall’appassionatissimo Giuseppe Pilato, ancora oggi “A’ Scinnenza” è un veritiero motivo di richiamo e meta di tutti i turisti appassionati alla manifestazione.
Terminato il dramma della sacra
rappresentazione della crocifissione e morte di Gesù Cristo, i
personaggi di Maria, S. Giovanni e la Pietà di Giuseppe D’Arimatea,
accompagnano la solenne processione fino a consegnare il “Santo Corpo” ai
componenti della Confraternita, i quali lo deporranno dentro la “Sacra Urna”. È proprio in questo frangente che avviene il passaggio
tra il profano, rappresentato dagli attori, e il sacro, rappresentato
dalla Confraternita.
Un corteo raccolto e silenzioso, con la partecipazione delle autorità civili e religiose della Città, accompagna l’Urna nel suo ritorno alla Chiesa Madre e, per concludere, i due simulacri dell’Addolorata e S. Giovanni, che l’hanno scortata ai lati, rientrano nella vicina Chiesa di S. Giuseppe.
- Testo tratto dal sito "Pasqua Sancataldese".
- Foto tratte dalla pagina facebook "Settimana Santa Sancataldese".
- Foto tratte dalla pagina facebook "Settimana Santa Sancataldese".